Medicina Alchemica radice di Omeopatia e Antroposofia – 2 Fontana Editore

Medicina Alchemica radice di Omeopatia e Antroposofia – 2

Medicina Alchemica radice di Omeopatia e Antroposofia – 2

Mezzo secolo prima della svolta impressa alla ricerca alchemica da Von Bernus e Glückselig, un medico, Carl Friedrich Zimpel, perfezionò, con l’uso di vetrerie innovative, la tecnica spagirica insegnata da Glauber.

Anche Zimpel immaginò la propria versione di una sintesi fra omeopatia e spagiria, dapprima cercando di copiare i prodotti elettromeopatici di Cesare Mattei, senza riuscirvi e poi immergendosi nella ricerca di una panacea per arrivare anch’egli alla formulazione di complex, come s’è detto, ispirati dalle ricerche di Glauber, ottenuti con estrazioni a vapore, a bassa temperatura e sottovuoto.

Nel 1915 in Germania, presso l’Abbazia di Neuburg, due alchimisti ricercarono e sperimentarono la preparazione di rimedi spagirici, cercando di realizzare le ricette paracelsiane grazie ai commenti di Van Helmont, Urbigerus, Basilio Valentino, Giovanni Agricola, Madathanus, Weidenfeld e in particolare Lullo in contraddizione, per così dire, con Becker: erano Alexander von Bernus e Conrad Johann Glückselig, due amici intimi di Rudolf Steiner. Il primo realizzò i laboratori Soluna, il secondo i laboratori Phönix.

Questo fu il nodo che congiunse la Medicina Antroposofica all’Alchimia: entrambi i ricercatori crearono dei complex con opportune diluizioni e sinergie componendo degli arcana in cui sono uniti principi sia minerali che vegetali: Glückselig si basa su di un accordo completo di tutti gli archetipi planetari, per poi direzionare questa forza su di una funzione specifica o un gruppo di funzioni, mentre von Bernus, potenzia e direziona l’arcana con un accordo di preparati vegetali a contorno ma uno solo minerale o metallico tutti, invece, evocanti lo stesso archetipo utile, quindi, a raggiungere la funzione di un determinato organo.

Parlando di formulazione spagirica possiamo annoverare quella di una ditta svizzera, la Heidak, che ha composto dei complex vegetali e/o minerali usando il metodo estrattivo, nel primo caso, di Zimpel e per i metalli, quello di Glückselig, oltre che integrare la propria proposta coi sali di Schüssler. In effetti possiamo, volendo, integrare alla spagiria, ma senza confonderla con essa, i sali proposti da Wilhelm Heinrich Schüssler, e finanche l’uso di oligoelementi: fermo restando che da un sale di pianta, se ben preparato, possiamo ottenere già più di quanto basta, e che Schüssler non inventò coi suoi sali un metodo spagirico. Un’altra ditta che si rifà al lavoro di Zimpel è la tedesca Staufen-pharma.

Ita Wegman

Per quanto concerne la farmacopea antroposofica, possiamo vederla discendere dalla tradizione tedesca di cui s’è detto, il laboratorio innovativo di Zimpel, Von Bernus, Glückselig, dove la presenza dell’Omeopatia è centrale, ma si vuole usarla in modi sempre diversi e grazie a sempre nuove intuizioni ed esplorazioni, sovente componendo complex e sommando anche tecniche terapeutiche le più varie; in tal senso Rudolf Steiner (1861-1925) seppe raccogliere le più funzionali conoscenze della ricerca medica del tempo come anche della tradizione popolare e gli antichi metodi dei guaritori e cerusici mitteleuropei. Una delle sue ispiratrici fu Ita Wegman, un medico olandese che fondò una clinica in Svizzera nel 1921, divenendo famosa per la sue guarigioni del cancro grazie a rimedi preparati col vischio. La capacità di sintesi e di comunicazione di Rudolf Steiner, grazie ai finanziamenti ricevuti, doveva produrre in tempi brevi risultati importanti: la terapeutica si era dimostrata una materia molto utile per rendere note le proprie idee, il caso del Conte Mattei era un evidente precedente, e la pulsione di morte di quei tempi, come anche l’incipiente nazismo, secondo Steiner, potevano essere fermati o indeboliti creando una nuova cultura, un nuovo modo di vivere e guarire. La velocità con la quale nacque il progetto antroposofico, e la vis sperimentale sempre molto attiva in quell’ambito, giustifica l’inesistenza di una materia medica o di un repertorio completi, mentre in genere vengono considerati in modo simile i manuali delle ditte Weleda e Wala.

Alchimia e Paracelso

Fra le caratteristiche particolari della Medicina Antroposofica troviamo i cosiddetti metalli vegetabilizzati e altre forme di relazione ritmica fra mondo minerale e vegetale, come i preparati sintetici che, partendo da sostanze minerali inorganiche ricostituiscono l’effetto completo di una pianta specifica, oppure gli specchi metallici, un modo particolare di lavorare i metalli allo stato greggio all’interno di un’ampolla di vetro, resa pneumaticamente vuota, che viene riscaldata fino a far sublimarne sulla parete il metallo. Nei primi due casi ecco l’interazione fra mondo vegetale e minerale attuata in Alchimia, particolarmente da Lullo e Ripley, e quindi Von Weidenfield e, con gli specchi metallici ecco nuovi stati della materia come furono attuati da numerosi Alchimisti fra cui Van Helmont e Basilio Valentino, tutti autori che furono studiati e praticati da Von Bernus.

Citiamo Giuliano Kremmerz, al secolo Ciro Formisano (1861 - 1930) perché fu il propugnatore della riscoperta di un valido arcana paracelsiano, una ricetta lasciata da Paracelso stesso ad una famiglia di farmacisti olandesi e riscoperta in Leida da Hermann Boerhave e brevettata da Claes Tilly.

Giuliano Kremmerz è considerato come un eccezionale Maestro di Ermetismo e un profondo conoscitore della storia e dei metodi di questa antica Tradizione: oltre ciò svolse la funzione di guaritore e di insegnante di guarigione e crebbe in Napoli la sua fama di veggente e di benevolo aiutatore dei poveri e degli ammalati. Consigliò anche l’uso dell’omeopatia oltre che d’ogni ordine di preparati della tradizione popolare, come anche l’investitura del proprio medico curante della piena dignità ippocratica.

Il suo Maestro di Kremmerz/Formisano fu Pasquale de Servis, dal nome egiziaco di Izar Bne Escur, figlio illegittimo di Re Francesco I di Borbone. Discepolo alchimista della Scuola Napoletana discendente da Raimondo de Sangro, sono noti i suoi contatti con Giustiniano Lebano e il Barone Spedalieri, discepolo di Eliphas Lévi, ieronimo di Alphonse Louis Constant (Parigi 1810 – Parigi 1875), che fu a sua volta iniziato a Napoli da Antonio Marino, della stessa discendenza egiziaca del De Sangro.

Giuliano Kremmerz

Scrive Kremmerz: “Le influenze lunari sul corpo umano e sui morbi fanno parte di una dottrina iniziatica che fu sempre tenuta secreta. Nessuno può accontentare, per una ragione ovvia, chiunque desideri avere una chiave del metodo lunare e anche un sistema per intendere la concezione filosofica, che gli antichi iniziati si formavano della terapeutica e della divisione del morbi. Di sicuro il metodo lunare rientra in una dottrina filosofico-sacerdotale ermetica, propriamente occidentale, antichissima, plurimillenaria, le cui origini risalgono ai Caldei, sacerdoti-astrologi-medici di origine atlantidea, che a loro volta la trasmisero all’Egitto più arcaico. A quei tempi la medicina era considerata “sacra“ ed era patrimonio esclusivo di caste sacerdotali, quali quella del Tolom, collegio egizio che studiava le influenze degli astri; queste gelosamente la custodivano, la celavano al volgo e la rivelavano, al bisogno, solo in maniera codificata in occasione di attività rituali, svolte nei templi consacrati alla terapeutica, quali quelli dedicati a Kons ed a Serapide”.
Kremmerz morì in esilio, non essendo gradito al regime fascista, a Beusoleil, dove riceveva i suoi Allievi: restano famosi i due casi nei quali delle camice nere gli chiesero, in treno, se avesse visto l’uomo della foto, mostrandogli la sua stessa foto o quando, dopo un’irruzione nel suo studio di Napoli, non lo trovarono benché stesse comodamente e in tutta evidenza seduto alla scrivania.

L’insegnamento ermetico è certamente lo spazio culturale nel quale si manifesta la terapeutica alchemica e omeopatica, cosa che non le rende di per sé aliene da verifiche scientifiche, purché siano sincere e non deviate verso risultati debitori di specifiche teoretiche irrinunciabili; se questa attitudine invalidante è rimossa, anche la nutriceutica e la ricerca farmaceutica alternativa hanno prodotto dei risultati degni dell’alchimia più alta.

Comunque, nel frattempo, l’olio di Harleeem riscoperto da Kremmerz è stato tolto dal novero della farmacopea europea ed è impiegato esclusivamente per mantenere lucido il manto dei cavalli, nonostante la sua bugiardina ancora oggi lo definisca come un policresto capace di guarire numerosi malanni. Come tutti gli altri preparati e rimedi alchemici, omeopatizzati o no, resta in attesa di fare una qualche differenza nella vita delle persone.

Personalmente, invito sempre i miei amici medici a dialogare fuori dalla mitologia scientifica, come anche pretendo da chi si definisce alternativo il buon senso dei fatti. A chi è malato chiedo, invariabilmente, non “quale è la diagnosi”, ma “come si sente” e che “cosa capisce dalla sua esperienza di ciò che va e di ciò che non va”; solo dopo gli chiedo tutto quello che sa e che gli hanno detto, affinché possa consigliarlo e indirizzarlo da un professionista.

Sicuramente creando arcana mirati a particolari funzioni come quella renale, polmonare, cerebrale eccetera, si aiuta l’affiancamento della Medicina Alchemica ad altre discipline mediche laddove spesso un medico o un paziente cercano una cura integrativa, senza tuttavia capire granché di simili sistemi “alieni”.

Del resto non è difficile accorgersi che non sono l’omeopatia o l’alchimia a essere esoteriche, ma la vita stessa, forse per via della sua sfacciata evidenza che sempre sommerge quell’umanissimo intelletto - deriso nei pubblici atenei da Paracelso, Vesalio, Malpighi e Fioravanti - quell’intelletto rimasto nei secoli schiavo dell’abitudine paurosa dei più. Quel fenomeno che oggi abbiamo definito “credibilità” e in più, con un eufemismo oramai usuale, “scientifica”.

 Leonardo Anfolsi

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